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REVISTA DE HISTORIA NAVAL 137

GUADALUPE, 1496: UN ASALTO ANFIBIO PIONERO Y SU ECO EN LA CARTA A... APÉNDICE La primera batalla de Iti en la Lettera a Soderini Se transcriben en paralelo la versión impresa en italiano y la manuscrita del Códice Amoretti. Esta última se ha tomado de Formisano (1993). VERSIóN IMPRESA EN ITALIANO VERSIóN MANUSCRITA DEL CóDICE AMORETTI Et così ci partimo da queste genti, lassandoli molto amici nostri. Et rimediate nostre navi, et navigando septe giorni alla volta del mare per el vento infra greco et levante, et al capo delli septe giorni riscontrammo nelle isole, che eron molte, et alcune populate et altre deserte. E chosì ci partimo da questa gente lascandoli molti amici nostri, e rimediate nostre navi, navichamo 7 dì alla volta del mare per el vento tra grecho e’llevante. E in chapo di 7 dì arrivamo a isole che ve n’era alchuna di gran populatione e altre diserte, et surgemmo con una di epse, dove vedemmo molta gente che la chiamavano Iti: et stipati e’ nostri battelli di buona gente et in ciaschuno tre tiri di bombarde, fumo alla volta di terra, dove trovammo state al piè di .400. huomini et molte donne, et tucti disnudi come e’ passati. e aprodamo a ese, dove vedemo molte gente che le chamavano Itij; e pieni e’ nostri bategli di buona gente, mettemo in caschuno 3 boche d’artiglerie, e andamo alla volta di terra, dove vedemo più di 400 huomini e molte donne, tuti ignudi chome e’passati, eron di buon corpo, et ben parevano huomini bellicosi, perchè erono armati di loro armi, che sono archi, saette et lance, et la maggior parte dei loro tenevano tavolaccine quadrate, et di modo se le ponevano che non gli impedivono el trare dello archo. ed erano di bella statura e bene formati, che beneve parevano li uomini bellichosi, e perchè erano armati di loro armi, chome sono archi e’ssaette e lancie, e la magor parte tenevano tavole quadrate e ponevonsele al petto e asetavonsele i’modo che non davano loro inpacco nessuno al menare la lanca né a trarre loro archi. et come fumo circha di terra con li battelli ad un tiro d’archo, tutti saltoron nell’acqua a tirarci saette et difenderci che non saltassimo in terra: E chome fumo cho’ nostri battegli presso a terra a un trarre d’archo, saltorono ne l’achua circha 300 e chomincorono cho loro archi a saetarci per difendere el porto che noi non saltassimo in terra; et tutti eron dipincti e’ corpi loro di diversi colori et impiumati con penne: et ci dicevano, le lingue che con noi erano, che quando così si mostravano dipincti et inpiumati, che davon segnale di voler combattere. ed erano ttutti e’ loro chorpi dipinti di diversi cholori e ttutti inpiumati di diversi cholori che non l’adoprano se none a questo modo dipinti e’npiumati, che davano segnali di volere chonbattere; Et tanto perseveroron in defenderci la terra, che fumo sforzati a giocare con nostre artiglierie; et come sentirono el tuono et vidono de’ loro cader morti alchuni, tucti si trasseno alla terra: e tanto ci chontastavano allo smontare in terra, che fumo forzati a sparare nostre artiglierie; e traendo 4 volte, chome sentirono el tuono, vedesti alchuno di loro chadere stramazzati e poi per l’achua affogare, che, sechondo potemo chonprendere, furono circha di 36 / 40, e tuti gli altri si misono in fuga e lascoronci el porto libero. per onde, facto nostro consiglio, accordammo saltare in terra .42. di noi, et se ci aspeectassino, combatter con loro. E di che, fatto nostro chonsiglio, c’achordamo di saltare in terra sesanta di noi e, se c’aspetassino, chombattere cho loro; Año 2017 REVISTA DE HISTORIA NAVAL 59


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